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Il teatro all’italiana

Il teatro come struttura è cambiato moltissimo nei secoli. In Grecia era molto semplice: era un semiciclo ricavato dalla terra, dove era il pubblico, e una parte centrale dove si svolgeva la rappresentazione.
Gli antichi romani lo sollevano da terra con le loro arcate, ma il teatro rimane lo stesso.
Per molti secoli, nel Medioevo, il teatro è solo temporaneo e usato soprattutto per rappresentazioni religiose.
Il primo teatro stabile coperto dell’età moderna è stato costruito da Andrea Palladio a Vicenza, completato nel 1585 da Vincenzo Scamozzi. Questo teatro riprendeva la struttura dei teatri antichi ed era all’interno di una costruzione medievale. Invece, come struttura autonoma, viene costruito per la prima volta sempre dallo Scamozzi nel 1590.

Il teatro all’italiana

Nel ‘600 e ‘700, con la nascita dei teatri a pagamento, il teatro diventa una fonte di guadagno e non è più legato ai palazzi nobili. Nascono così i primi teatri così come li conosciamo oggi, che vengono chiamati teatri all’italiana.

Il teatro all’italiana ha queste caratteristiche:
– la sala per il pubblico è a forma di cavallo e non più rettangolare come nelle corti;
– le gradinate vengono eliminate e si costruiscono dei palchetti, i loggioni, divisi tra loro e in altezza;
– il boccascena viene ridotto ma aumenta il retropalco. Questa maggiore profondità permette l’uso di macchinari e di vari fondali per un migliore uso della scenografia.
L’attore, inoltre può recitare all’interno.

Viene costruito così il Teatro San Carlo di Napoli, nel 1737, che è il primo teatro lirico d’Europa. E in seguito anche La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo, che è il più grande d’Italia, e tanti bellissimi altri.

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Comprensione del testo

  1. Quali sono le caratteristiche del teatro all’italiana?
    a) La sala per il pubblico è rettangolare e con gradinate.
    b) La sala per il pubblico è a forma di cavallo, con palchetti divisi tra loro e in altezza.
    c) Il boccascena viene eliminato e il retropalco ridotto.
    d) L’attore può recitare solo all’esterno del teatro.
  2. Quale teatro è considerato il primo teatro lirico d’Europa?
    a) La Scala di Milano
    b) La Fenice di Venezia
    c) Teatro Massimo di Palermo
    d) Teatro San Carlo di Napoli
  3. Cosa permette la maggiore profondità del retropalco nei teatri all’italiana?
    a) Un miglior uso della scenografia
    b) Eliminare l’uso di macchinari
    c) Ridurre la durata delle rappresentazioni teatrali
    d) Aumentare il numero di gradinate nella sala del pubblico

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Commedia dell’arte

La Commedia dell’arte nasce in Italia nel XVI secolo ma il primo a dare una definizione di Commedia dell’arte è Carlo Goldoni, nel 1750, proprio in una sua commedia, Il teatro comico.
Goldoni definisce Commedia dell’arte la rappresentazione fatta da un gruppo di attori che usano delle maschere e improvvisano le loro parti. Usa la parola arte nel senso originario latino di “mestiere”.

Le origini della Commedia dell’arte sono da ricercare nella tradizione medievale dei giullari che, durante le feste, intrattenevano le corti e le piazze.
Prima di diventare un vero e proprio genere, però, sono avvenuti due importanti innovazioni:
– la nascita del teatro privato a pagamento, in particolare a Venezia;
– la nascita delle compagnie teatrali, che riunivano un gruppo di attori pronti a dividersi i guadagni. La prima testimonianza risale al 1545 a Padova.
In questo clima dove l’attore professionista recita in un teatro primato nasce la Commedia dell’arte.

Nella Commedia dell’arte gli attori non seguivano, però, dei copioni scritti ma partivano da un canovaccio, cioè delle indicazioni generali, e ne sviluppavano una storia. L’idea era che un bravo attore potesse stare sul palco senza troppe limitazioni dovute alle battute scritte. Spesso queste rappresentazioni erano legate a facili buffonerie e anche ad un linguaggio più popolare e volgare per certi aspetti, grazie, soprattutto, all’uso del personaggio dei servi.
Questo tipo di commedia sostituirà in Italia la commedia colta per due secoli e farà il giro dell’Europa influenzando successivamente altri autori come Molière e Shakespeare, che però segnano il teatro in altre direzioni.

Nonostante i vari tentativi letterari precedenti, sarà solo Carlo Goldoni, grande uomo di teatro, a chiudere l’esperienza della Commedia dell’arte. Goldoni, che conosce bene il pubblico, comincia con lo scrivere la parte del protagonista e in seguito scrive l’intero copione, eliminando elementi gli elementi buffoneschi. I suoi protagonisti, che all’inizio sono maschere, con il tempo si caratterizzano sempre di più fino a diventare personaggi impressi nell’immaginario collettivo. Scompaiono i servi e appaiono i borghesi, con la loro pratica morale. Gli attori non sono più così celebri, mentre lo diventano gli autori di commedie. Al teatro non si ride più in maniera aperta, ma si sorride con intelligenza. Così, finisce la Commedia dell’arte e inizia la commedia moderna.

Vedi anche:

Comprensione del testo

  1. Chi ha dato una definizione di Commedia dell’arte per la prima volta nel 1750?
    a) Carlo Goldoni.
    b) Molière.
    c) William Shakespeare.
    d) Giullari medievali.
  2. Qual è stata una delle innovazioni che hanno portato alla nascita della Commedia dell’arte come genere teatrale?
    a) L’uso di maschere teatrali.
    b) La presenza di giullari nelle corti e nelle piazze.
    c) L’invenzione delle compagnie teatrali con attori professionisti.
    d) La scrittura di copioni completi per gli attori.
  3. Chi ha chiuso l’esperienza della Commedia dell’arte e dato inizio alla commedia moderna?
    a) Giullari medievali.
    b) Molière.
    c) William Shakespeare.
    d) Carlo Goldoni.

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Celo celo, manca manca

Se chiedete a un uomo italiano sopra ai 30 anni che cosa significhi il titolo, “Celo, celo, manca, manca”, vi saprà quasi sicuramente rispondere. Se non saprà spiegarvi il significato vuol dire che è uno dei pochi italiani che non amano il calcio. “Celo” sta infatti per “Ce l’ho” e “manca” non ha bisogno di traduzioni: è il ritornello che i bambini dicevano ai loro amici che sfogliavano il mazzetto di figurine Panini dei calciatori: un album che, dal 1961/62, cominciava ogni anno in autunno e si concludeva in giugno, alla chiusura del campionato. Le figurine doppie si scambiavano tra amici e, per rendere più veloce la loro classificazione tra figurine che si avevano e figurine già incollate (con la colla Coccoina) sul proprio album, si rispondeva meccanicamente “celo, manca” a ogni nome di calciatore che l’amico elencava. L’album aveva tutti i giocatori di ogni squadra, ciascuno dei quali campeggiava in una figurina. La sfida era completarlo prima degli amici, in un’epoca però in cui non si poteva chiedere ai propri genitori una quantità rilevante di denaro per acquistare pacchetti di figurine nuove: allora l’abilità stava nell’arrivare prima degli altri sulle doppie più rare, avendo però una buona scorta di figurine da usare come merce di scambio.

Oggi questo rito dell’album Panini è di fatto scomparso: tra mercato dei calciatori quasi sempre aperto e rose di giocatori infinite, tanto che due pagine di album non basterebbero per una squadra, i ragazzi preferiscono giocare con la Playstation, che è poi un modo diverso per divertirsi allo stesso modo, sognando di poter conoscere gli eroi della domenica.

Comprensione del testo

  1. Cosa significa la frase “Celo, celo, manca, manca” nel contesto del testo?
    a) Espressione utilizzata per chiedere se qualcuno ha qualcosa
    b) Invito a cercare le figurine mancanti nell’album Panini
    c) Saluto tra amici che giocano a calcio
    d) Nome di un gioco per bambini
  2. Cosa rappresentava l’album Panini riguardante i calciatori?
    a) Un’enciclopedia sul calcio italiano
    b) Un elenco di giocatori di una squadra di calcio
    c) Una collezione di figurine dei calciatori di tutte le squadre
    d) Una raccolta di risultati dei campionati di calcio
  3. Come venivano gestite le figurine doppie nell’album Panini?
    a) Venivano vendute ai negozi
    b) Si scambiavano con gli amici
    c) Venivano incollate su un altro album
    d) Si tenevano da parte come pezzi da collezione

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Carnevale di Viareggio

Il Carnevale di Viareggio è una delle più importanti e spettacolari manifestazioni carnevalesche in Italia. Risalente al 1873, ha una lunga storia e si è affermato come un evento di rilevanza nazionale e internazionale. La città di Viareggio, situata in Toscana sulla costa tirrenica, diventa ogni anno la cornice ideale per questa festa, attirando migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

La caratteristica principale di questo carnevale è la sfilata dei carri allegorici, veri e propri capolavori artistici che catturano l’attenzione di grandi e piccini. Questi carri, realizzati con maestria da abili artigiani e artisti, sono caratterizzati da dimensioni imponenti, colori vivaci e dettagli curati. Ogni carro rappresenta un tema sociale, politico o culturale attuale, e spesso satirizza i potenti e i problemi della società. Attraverso il linguaggio dell’arte e dell’ironia, i carri trasmettono messaggi significativi e stimolano la riflessione su questioni importanti.

Le maschere presenti nel Carnevale di Viareggio sono un altro elemento distintivo dell’evento. Ogni anno, coloratissimi gruppi di maschere si esibiscono con abiti fantasiosi e allegri, coinvolgendo il pubblico con danze e performance. Queste maschere, in modo simile ai carri allegorici, spesso rappresentano personaggi famosi, politici o figure emblematiche della cultura popolare, creando un connubio tra realtà e fantasia.

Una delle caratteristiche che rendono il Carnevale di Viareggio particolarmente unico è la presenza di artisti di alto profilo che partecipano alla realizzazione dei carri e delle maschere. Questi artisti, spesso provenienti dal mondo dell’arte contemporanea, contribuiscono a rendere le opere ancora più suggestive e innovative, aggiungendo un tocco di originalità e modernità alla tradizione.

Leggi anche:

Comprensione del testo

  1. Di quale regione italiana fa parte Viareggio, dove si svolge il Carnevale descritto nel testo?
    a) Toscana
    b) Lombardia
    c) Sicilia
    d) Veneto
  2. Qual è la caratteristica principale del Carnevale di Viareggio menzionata nel testo?
    a) Le parate di carri allegorici
    b) Le esibizioni di artisti di strada
    c) Le gare di cucina tipica
    d) Le competizioni sportive
  3. Cosa rappresentano principalmente i carri allegorici del Carnevale di Viareggio?
    a) Temi sociali, politici o culturali attuali
    b) Personaggi della letteratura italiana
    c) Paesaggi marini e naturali
    d) Simboli religiosi tradizionali

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Carnevale di Venezia

Il Carnevale di Venezia è uno dei più conosciuti e apprezzati del mondo.
La storia del carnevale di Venezia è molto antica e alcune fonti parlano addirittura dell’anno Mille. Questa festa viene organizzata soprattutto per permettere alla popolazione della Repubblica veneziana un grande momento di divertimento, in particolare per le persone più povere.
Le eleganti maschere utilizzate, celebri in tutto il mondo, servivano a nascondere le differenze sociali, per dare l’idea di una festa dove tutti fossero uguali.

Con la nascita della Commedia dell’Arte vengono organizzate, in questo periodo, molte rappresentazioni nei teatri, quasi per annullare la differenza tra realtà e finzione.

La tradizione prevede che ogni anno un “angelo” voli in cielo dal Campanile di San Marco e vada verso il Doge, il vecchio capo della Repubblica. Con il volo dell’angelo cominciano le celebrazioni del carnevale.

Leggi anche:

Comprensione del testo

  1. Qual era uno dei principali scopi del Carnevale di Venezia?
    a) Celebrare la nascita della Repubblica veneziana
    b) Organizzare rappresentazioni teatrali della Commedia dell’Arte
    c) Fornire un momento di divertimento per la popolazione, specialmente per le persone più povere
    d) Nascondere le maschere per evitare differenze sociali
  2. Da quale periodo teatrale prendono ispirazione alcune rappresentazioni durante il Carnevale di Venezia?
    a) Teatro drammatico
    b) Teatro greco antico
    c) Commedia dell’Arte
    d) Teatro Shakespeareano
  3. Cosa simboleggia il volo dell'”angelo” durante le celebrazioni del Carnevale di Venezia?
    a) La nascita di una nuova Repubblica
    b) L’arrivo della primavera
    c) L’inizio delle celebrazioni del carnevale
    d) La fine delle rappresentazioni teatrali

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Derby della Madonnina

Il derby Milan-Inter, noto anche come “derby della Madonnina”, è una delle partite di calcio più attese e seguite nel panorama sportivo italiano. Le due squadre coinvolte sono il Milan e l’Inter, due dei club calcistici più prestigiosi e titolati d’Italia.

Il nome “derby della Madonnina” deriva dalla presenza di una celebre statua della Vergine Maria posta sulla cima della guglia maggiore del Duomo di Milano, chiamata appunto “Madonnina”. Questa statua è un’icona molto importante per la città e rappresenta un simbolo di devozione e appartenenza per i milanesi, oltre a essere associata alla rivalità tra le due squadre cittadine.

Milan e Inter hanno entrambe una storia di successi internazionali e si sono guadagnate un posto di rilievo nel calcio mondiale. Le due squadre hanno vinto numerosi titoli sia a livello nazionale che internazionale, conquistando trofei prestigiosi come la UEFA Champions League e la Coppa Intercontinentale. Questa ricchezza di vittorie ha contribuito a creare una rivalità accesa e appassionante tra i tifosi delle due squadre, alimentando il clima di competizione durante il derby.

Un aspetto peculiare del derby Milan-Inter è la forte identificazione delle squadre con la città di Milano. Entrambe le società hanno radici profonde nella cultura e nella storia della città e sono state da sempre un punto di riferimento per i suoi abitanti. A differenza di molti altri club, che hanno subito una forte internazionalizzazione e spesso hanno sedi o proprietari stranieri, Milan e Inter sono rimaste molto legate alla città che rappresentano. Questo ha contribuito a rafforzare il senso di appartenenza e la passione dei tifosi, che si identificano con le squadre non solo per i risultati sportivi ma anche per il legame affettivo e culturale con Milano.

Inoltre, il derby Milan-Inter è uno degli incontri più seguiti e amati anche a livello globale, poiché entrambe le squadre hanno una vasta base di tifosi in tutto il mondo. La competizione tra le due società va quindi oltre i confini italiani e coinvolge appassionati di calcio provenienti da diverse nazioni.

Comprensione del testo

  1. Quale statua è associata al nome “derby della Madonnina”?
    a) La statua di San Gennaro
    b) La statua della Vergine Maria
    c) La statua di San Pietro
    d) La statua di San Paolo
  2. Quali sono le due squadre coinvolte nel derby Milan-Inter?
    a) Milan e Juventus
    b) Milan e Roma
    c) Milan e Napoli
    d) Milan e Inter
  3. Perché il derby Milan-Inter è considerato una delle partite di calcio più attese e seguite in Italia?
    a) Perché coinvolge le due squadre più giovani del calcio italiano
    b) Perché si gioca al Campo Nord di Milano
    c) Perché entrambe le squadre hanno vinto numerosi titoli internazionali
    d) Perché la partita si gioca in una città diversa ogni anno

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Juventus

La Juventus è una delle squadre di calcio più conosciute e popolari d’Italia, con circa 12 milioni di tifosi nel Bel Paese (le stime sui tifosi nel mondo sono molto varie, ma segnalano alcune decine di milioni di sostenitori).

La sua storia comincia nel 1897, quando un gruppo di studenti del liceo classico Massimo d’Azeglio di Torino decide di incontrarsi per giocare a calcio. La scelta del nome latino (“juventus” significa “gioventù”) richiama gli studi classici dei ragazzi. L’attuale maglia bianconera viene scelta nel 1903: prima la Juventus usava la maglia rosa. Il primo titolo di campione d’Italia la Juve (questo è il suo diminutivo) lo ha vinto nel 1905. Nel 1923 la società si lega alla famiglia Agnelli, e di conseguenza alla FIAT. La “Vecchia signora” (soprannome che indica la storia e l’autorevolezza della squadra) ha intrecciato sempre più il suo destino a quello dell’Italia, contribuendo notevolmente alla crescita della Nazionale di calcio e non lasciando mai i propri tifosi troppo a lungo digiuni di vittorie e i periodi di crisi sono sempre durati poco tempo. Non è la squadra italiana più vincente a livello internazionale (lo è il Milan), ma è senza dubbio la prima in Italia.

Oltre alla tragedia dell’Heysel (lo stadio di Bruxelles in cui nel 1986 sono morti numerosi tifosi in seguito al crollo di una parte della struttura), il periodo più difficile la Juventus lo ha vissuto proprio all’inizio degli anni Duemila. Nel 2006 scoppia lo scandalo chiamato “Calciopoli”: la Juventus viene coinvolta in oscure vicende di illeciti sportivi, causate soprattutto da alcuni dirigenti che hanno tradito la fiducia dei propri tifosi. La giustizia sportiva ha così tolto alla squadra i due scudetti appena vinti e l’ha mandata in serie B. Da quel campionato la Juve si è subito ripresa, ritornando in serie A in appena un anno e, con nuovi dirigenti e un rinnovamento della squadra, è tornata alla vittoria nel campionato 2011/2012, ottenendo il suo 28° scudetto (30° secondo i tifosi che non riconoscono la revoca dei due tolti dalla giustizia sportiva).

Tra gli oltre 700 nomi, italiani e stranieri, che hanno legato la propria carriera a quella della Juve, vanno segnalati Giampiero Boniperti, John Charles, Gianpiero Combi, Omar Sivori, Marco Tardelli, Gaetano Scirea, Michel Platini, Dino Zoff, Roberto Baggio, Zinédine Zidane, Alessandro Del Piero. E chissà quanti altri ciascun tifoso juventino vorrebbe aggiungere!

Comprensione del testo

  1. Quando è stata fondata la Juventus?
    a) 1897
    b) 1905
    c) 1923
    d) 2006
  2. Qual è il soprannome della Juventus?
    a) La Signora
    b) La Vecchia Signora
    c) La Squadra Bianconera
    d) La Juve
  3. In quale anno la Juventus è stata coinvolta nello scandalo “Calciopoli”?
    a) 1990
    b) 2006
    c) 2012
    d) 1986

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Proverbi

proverbi sono chiamati la “filosofia popolare“, perché in una frase mostrano la saggezza di quel popolo, i suoi usi e i suoi costumi.

modi di dire, le frasi idiomatiche e le locuzioni, invece, non esprimono una riflessione morale e spesso vengono chiamate “frasi fatte” in senso dispregiativo. Dal nostro punto di vista, però, i modi di dire, le espressioni idiomatiche e le locuzioni, anche se non sono insegnamenti morali, sono fondamentali indizi per capire la cultura di un popolo. Da punto di vista linguistico, poi, sono importantissimi da conoscere perché sono usati frequentemente dagli italiani.

Locuzioni e modi di dire vari
Modi di dire legati al calcio
Modi di dire sui colori – I colori idiomatici
Proverbi vari
Proverbi e modi di dire sul cuore
Proverbi e modi di dire con la lingua
Proverbi e modi di dire legati alla cucina
Proverbi e modi di dire sui pesci
Proverbi e modi di dire su cani e gatti
Proverbi e modi di dire sui vari animali