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Rossella Falk

Rossella Falk, nata a Roma nel 1926 con il nome di Antonia Falzacappa, è una delle più illustri e apprezzate attrici teatrali del Dopoguerra in Italia. Sin da giovane, dimostra una passione innata per il teatro e un talento straordinario nell’arte della recitazione.

Il suo debutto avviene presto, e con esso inizia una carriera che la porta a calcare i palcoscenici dei più importanti teatri italiani e internazionali. Il nome di Rossella Falk è indissolubilmente legato alle brillanti interpretazioni delle opere di Luigi Pirandello, uno dei grandi autori del teatro italiano. La sua capacità di immergersi completamente nei personaggi, trasmettendo emozioni e profondità, la rende amata e acclamata dal pubblico e dalla critica.

Ma Rossella Falk non si limita alla sola prosa pirandelliana. La sua versatilità le permette di affrontare con maestria anche ruoli in spettacoli di autori come Tennesse Williams, Diego Fabbri, Carlo Goldoni, Jean Cocteau, Anton Cechov, Henrik Ibsen. Ogni volta, con la sua innata sensibilità e intelligenza artistica, riesce a donare nuova vita ai personaggi e a immergersi nelle diverse atmosfere delle opere.

La sua presenza scenica, la profondità delle sue interpretazioni e la sua dedizione al teatro le valgono riconoscimenti e premi, ma soprattutto il rispetto e l’ammirazione di colleghi e spettatori. La sua passione per la recitazione e la sua intensa ricerca artistica la accompagnano per tutta la vita, portandola a dare sempre il massimo in ogni ruolo che interpreta.

Nel 2013, il mondo dello spettacolo subisce una grande perdita con la scomparsa di Rossella Falk. La sua eredità nel panorama teatrale italiano è indiscutibile, e il suo contributo al mondo dell’arte e della cultura rimane sempre vivo e prezioso. Il vuoto lasciato dalla sua assenza è difficile da colmare, ma la sua memoria continua a vivere attraverso le opere e le emozioni che regala al pubblico durante la sua carriera straordinaria.

Comprensione del testo

  1. In quale campo artistico si è distinta Rossella Falk?
    a) Pittura
    b) Recitazione teatrale
    c) Musica
    d) Danza
  2. Qual è uno degli autori teatrali italiani con cui Rossella Falk è stata maggiormente associata?
    a) William Shakespeare
    b) Henrik Ibsen
    c) Luigi Pirandello
    d) Anton Chekhov
  3. Cosa ha reso Rossella Falk amata dal pubblico e dalla critica?
    a) La sua carriera cinematografica
    b) La sua dedizione alla politica
    c) La sua capacità di trasmettere emozioni nei personaggi
    d) La sua attività nel campo della moda

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Giovanni Falcone

Nato a Palermo nel 1939, Giovanni Falcone studia Giurisprudenza e diventa magistrato. Opera fin da subito in Sicilia e nel 1978 riesce a farsi trasferire a Palermo, dove entra negli uffici del magistrato Rocco Chinnici e lavora accanto a un altro giudice presto molto famoso, Paolo Borsellino. Insieme organizzano uno degli uffici giudiziari più efficienti, facendo fare enormi progressi alla lotta contro la mafia. Una delle innovazioni è l’attenzione particolare ai flussi bancari e finanziari, che permette di dimostrare con chiarezza il potere, in Italia e all’estero (soprattutto negli Stati Uniti) di Cosa Nostra, la mafia siciliana. L’arrivo alla Procura di Palermo di Antonino Caponnetto (che sostituisce Chinnici, assassinato dalla mafia nel 1983) porta una novità: la nascita del “pool” antimafia, cioè un gruppo di magistrati che si occupano solo di mafia e che lavorano scambiandosi informazioni ed esperienze, ottimizzando le risorse per le indagini. I successi sono subito notevoli, come l’arresto del boss mafioso Tommaso Buscetta e il completamento del “Maxiprocesso”, che nel 1987 porta a centinaia di condanne per mafia. Proprio quell’anno cominciano a manifestarsi i cattivi rapporti tra Falcone e alcuni ambienti della Magistratura, portando a un arretramento nel lavoro antimafia della Procura di Palermo. In quegli anni Falcone è al centro di aspre polemiche, che di fatto rompono in fronti contrapposti il blocco anti-mafia, favorendo notevolmente la crescita del potere di Cosa Nostra.

Falcone viene anche chiamato a Roma per collaborare con il Ministero della Giustizia, allo scopo di innovare a livello nazionale la lotta alla mafia, ma le divisioni sono ormai radicate. Il 23 maggio 1992, di ritorno da Roma a Palermo, mentre percorre l’autostrada che porta dall’aeroporto di Punta Raisi al capoluogo siciliano, Giovanni Falcone subisce uno spaventoso attentato. Cinque quintali di tritolo (TNT) fanno esplodere la sua auto e quelle della scorta. Rimarranno uccisi lo stesso Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta (Vito SchifaniRocco DicilloAntonio Montinaro).

Il 25 maggio, il giorno del funerale, la moglie di Vito Schifani, la 22enne Rosaria, ha pronunciato in chiesa parole che hanno commosso l’Italia, per la disperazione e per il coraggio del perdono:

«Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani – Vito mio – battezzata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato – lo Stato… – chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, però, se avete il coraggio di cambiare… loro non cambiano… se avete il coraggio… di cambiare, di cambiare, loro non vogliono cambiare loro… di cambiare radicalmente i vostri progetti, progetti mortali, che avete. Tornate a essere cristiani. Per questo preghiamo nel nome del Signore che ha detto sulla croce: “Padre perdona loro perché loro non lo sanno quello che fanno”. Pertanto vi chiediamo per la nostra città di Palermo che avete reso questa città sangue, città di sangue… Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue – troppo sangue – di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l’amore per tutti. Non c’è amore, non ce n’è amore, non c’è amore per niente».

Comprensione del testo

  1. Qual è stata una delle innovazioni introdotte da Giovanni Falcone nella lotta contro la mafia?
    a) Attività diplomatica con altri paesi
    b) Attenzione particolare ai flussi bancari e finanziari
    c) Utilizzo di mezzi di comunicazione avanzati
    d) Infiltrazione nelle organizzazioni criminali
  2. Chi ha completato il “Maxiprocesso” nel 1987, che ha portato a centinaia di condanne per mafia?
    a) Antonino Caponnetto
    b) Vito Schifani
    c) Giovanni Falcone
    d) Tommaso Buscetta
  3. Cosa accadde il 23 maggio 1992 durante il tragitto da Roma a Palermo?
    a) Giovanni Falcone e sua moglie furono rapiti dalla mafia
    b) Giovanni Falcone subì un attentato terroristico
    c) Giovanni Falcone si dimise dalla carica di magistrato
    d) Giovanni Falcone ricevette un premio internazionale per il suo lavoro

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Carlo Alberto Dalla Chiesa

Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato un generale dei Carabinieri e prefetto della Repubblica. Ha lavorato fin dal 1949 in Sicilia, dove ha indagato su numerosi crimini di mafia. E’ stato trasferito in varie città del Nord (Firenze, Como, Milano, Roma, Torino) ed è diventato anche protagonista della lotta alle Brigate Rosse, il gruppo terroristico che ha insanguinato l’Italia negli anni Settanta. Nel 1981 è diventato vice comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e si è meritato la fama di ufficiale affidabile e integro. Nell’aprile 1982 è stato trasferito nuovamente in Sicilia, come prefetto di Palermo. Qui ha lanciato diversi appelli pubblici per chiedere allo Stato maggiore forza nella lotta alla mafia. In quei mesi ha ottenuto alcuni successi, con arresti di diversi mafiosi della famiglia dei corleonesi, ma la mafia l’aveva già preso di mira. Il 3 settembre, mentre era in macchina con la moglie Emanuela Setti Carraro, la loro auto è stata affiancata da un’altra, da cui sono partiti numerosi colpi di arma da fuoco, che hanno ucciso la coppia. Ai funerali il vescovo di Palermo, il card. Salvatore Pappalardo, ha accusato la politica di Roma di avere abbandonato la Sicilia, mettendo in imbarazzo le autorità presenti in chiesa. Negli anni successivi i mandati e gli esecutori materiali dell’omicidio sono stati condannati.

Comprensione del testo

  1. Chi è stato Carlo Alberto Dalla Chiesa?
    a) Un politico italiano
    b) Un generale dei Carabinieri e prefetto della Repubblica
    c) Un famoso scrittore
    d) Un membro delle Brigate Rosse
  2. In quale regione ha lavorato Carlo Alberto Dalla Chiesa fin dal 1949?
    a) Lombardia
    b) Toscana
    c) Sicilia
    d) Veneto
  3. Di cosa è stato protagonista Carlo Alberto Dalla Chiesa?
    a) Lotta contro la mafia
    b) Lotta contro il gruppo terroristico Brigate Rosse
    c) Lotta politica per la presidenza della Repubblica
    d) Lotta per i diritti dei lavoratori

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Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia nasce a Padova nel 1646 in una famiglia aristocratica. Sin da giovane dimostra una straordinaria intelligenza e passione per lo studio. Il padre, studioso di fisica e possessore di una vasta biblioteca personale, comprende l’importanza dell’istruzione per sua figlia e le permette di dedicarsi agli studi. Elena ha l’opportunità di avvalersi dei migliori insegnanti del momento, messi a sua disposizione dal padre, e approfondisce le sue conoscenze in diversi campi.

La giovane Elena si fa presto conoscere per la sua notevole erudizione in teologia e filosofia. Partecipa attivamente alle dispute pubbliche filosofiche e teologiche, dimostrando una mente acuta e arguta. La sua passione per il sapere e il desiderio di contribuire alla diffusione della conoscenza la portano a essere una figura stimata nel panorama intellettuale del suo tempo.

Nonostante l’iniziale opposizione e scetticismo riguardo al ruolo delle donne negli studi accademici, il vescovo di Padova, che riveste anche la carica di cancelliere dell’Università, riconosce il valore delle sue capacità e le conferisce la laurea in filosofia nel 1678. Questo riconoscimento fa di Elena la prima donna laureata al mondo, un traguardo straordinario che rompe le barriere di genere nell’ambito accademico.

Purtroppo, la sua vita è segnata da un destino breve, e muore giovane nel 1684. Tuttavia, il suo impatto sulla società e la sua eredità come figura di intelligenza, perseveranza e determinazione continuano a essere celebrati nel corso dei secoli. Elena Lucrezia Cornaro Piscopia rimane un simbolo di emancipazione femminile e di apertura verso l’istruzione e la conoscenza per tutte le persone, indipendentemente dal genere. La sua storia ispira ancora oggi chi lotta per l’uguaglianza e per il riconoscimento del valore dell’istruzione come strumento di crescita e sviluppo individuale e collettivo.

Comprensione del testo

  1. Quando nasce Elena Lucrezia Cornaro Piscopia?
    a) 1646
    b) 1678
    c) 1684
    d) 1451
  2. Cosa la rende una figura stimata nel panorama intellettuale del suo tempo?
    a) La sua passione per la moda
    b) La sua erudizione in teologia e filosofia
    c) La sua abilità nel gioco degli scacchi
    d) La sua carriera da ballerina
  3. Chi le conferisce la laurea in filosofia nel 1678?
    a) Suo padre
    b) Il re di Padova
    c) Il vescovo di Padova
    d) Un famoso scrittore

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Le leggi della stupidità

Questo estratto tratto da “Allegro ma non troppo” di Carlo M. Cipolla, ci porta ad esplorare le peculiarità e gli effetti distruttivi della stupidità umana, fenomeno onnipresente nella società. Cipolla in modo ironico e brillante propone una riflessione seria sul ruolo dello stupido, analizzato attraverso cinque leggi fondamentali. Questo testo sottolinea la natura insidiosa e imprevedibile della stupidità, ponendola come una forza superiore e più pericolosa rispetto a qualsiasi altra forma di malizia o incompetenza. L’autore sottolinea come la stupidità non solo arrechi danno all’individuo e alla società, ma rappresenti anche un ostacolo alla prevenzione e alla difesa, a causa della sua natura irrazionale e imprevedibile. Attraverso l’ironia e la saggezza, Cipolla ci invita a riconoscere e a riflettere sulla presenza e l’effetto della stupidità nella nostra vita quotidiana.

“Le faccende umane si trovano, per unanime consenso, in uno stato deplorevole. Questa peraltro non è una novità. Per quanto indietro si riesca a guardare, esse sono sempre state in uno stato deplorevole. Il pesante fardello di guai e miserie che gli esseri umani devono sopportare, sia come individui che come membri della società organizzata sin dai suoi inizi.
Da Darwin sappiamo di condividere la nostra origine con le altre specie del regno animale e tutte le specie, si sa, dal vermiciattolo all’elefante, devono sopportare la loro dose quotidiana di tribolazioni, timori, […], pene e avversità. Gli esseri umani, tuttavia, hanno il privilegio di doversi sobbarcare un peso aggiuntivo, una dose extra di tribolazioni quotidiane, causate da un gruppo di persone che appartengono allo stesso genere umano. Questo gruppo è molto più potente della Mafia o del Complesso industriale o dell’Internazionale Comunista.
È un gruppo non organizzato, non facente parte di alcun ordinamento, che non ha capo, né presidente, né statuto, ma che riesce tuttavia ad operare in perfetta sintonia come se fosse guidato da una mano invisibile, in modo tale che le attività di ciascun membro contribuiscono potentemente a rafforzare ed amplificare l’efficacia dell’ attività di tutti gli altri membri.

LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITÀ

1. Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona.
3. Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
5. La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista. Non è difficile comprendere come il potere politico o economico o burocratico accresca il potenziale nocivo di una persona stupida. Ma dobbiamo ancora spiegare e capire cosa essenzialmente rende pericolosa una persona stupida; in altre parole in cosa consiste il potere della stupidità.
Essenzialmente gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un comportamento stupido. Una persona intelligente può capire la logica di un bandito. Le azioni del bandito seguono un modello di razionalità. Il bandito vuole un “più” sul suo conto. Dato che non è abbastanza intelligente per escogitare metodi con cui ottenere un “più” per sé procurando allo stesso tempo un “più” anche ad altri, egli otterrà il suo “più” causando un “meno” al suo prossimo. Tutto ciò non è giusto, ma è razionale, e se si è razionali lo si può prevedere. Si possono insomma prevedere le azioni di un bandito, le sue sporche manovre e le sue deplorevoli aspirazioni e spesso si possono approntare le difese opportune.
Con una persona stupida tutto ciò è assolutamente impossibile. Come è implicito nella Terza Legge Fondamentale, una creatura stupida vi perseguiterà senza ragione, senza un piano preciso, nei tempi e nei luoghi più improbabili e impensabili.
Non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando, come e perché, una creatura stupida porterà avanti il suo attacco.
Di fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla sua mercé. Poiché le azioni di una persona stupida non sono conformi alle regole della razionalità, ne consegue che:
a) generalmente si viene colti di sorpresa dall’attacco;
b) anche quando si acquista consapevolezza dell’attacco, non si riesce ad organizzare una difesa razionale, perché l’attacco, in se stesso, è sprovvisto di una qualsiasi struttura razionale.
Il fatto che l’attività e di movimenti di una creatura stupida siano assolutamente erratici ed irrazionali, non solo rende la difesa problematica, ma rende anche estremamente difficile qualunque contrattacco – come cercare di sparare ad un oggetto capace dei più improbabili e inimmaginabili movimenti.
Questo è ciò che Dickens e Schiller avevano in mente quando l’uno affermò che “con la stupidità e la buona digestione l’uomo può affrontare molte cose” e l’altro che”contro la stupidità gli stessi Dei combattono invano”.
Occorre tener conto anche di un’altra circostanza. La persona intelligente sa di essere intelligente. Il bandito è cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice.
Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni chiamano self-consciousness. Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo, lo stupido comparirà improvvisamente a scatafasciare i tuoi piani, distruggere la tua pace, complicarti la vita ed il lavoro, farti perdere denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività – e tutto questo senza malizia, senza rimorso, e senza ragione. Stupidamente”.

(da Carlo M. Cipolla, Allegro ma non troppo)

Comprensione del testo

  1. Che cosa mette in evidenza Carlo M. Cipolla nel suo libro?
    A) L’importanza dell’educazione
    B) L’irrazionalità e la pericolosità dell’inconsapevolezza della stupidità umana
    C) La teoria dell’evoluzione
    D) Le origini della mafia
  2. Qual è il concetto centrale espresso dal testo di riferimento?
    A) L’importanza dell’intelligenza umana
    B) Le tribolazioni quotidiane degli esseri umani
    C) L’irrazionalità e pericolosità dell’inconsapevolezza della stupidità umana
    D) La potenza della mafia e del complesso industriale
  3. Cosa suggerisce l’autore riguardo alla stupidità umana?
    A) È necessaria per lo sviluppo umano
    B) È un fenomeno raro
    C) È pericolosa e si manifesta in modo irrazionale
    D) È una qualità positiva
  4. Secondo il concetto di “stupidità” di Carlo M. Cipolla in “Allegro ma non troppo”, come si comporta una persona stupida?
    A) Causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone ottenendo vantaggio per sé
    B) Causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza ottenere alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita
    C) Non causa danno ad alcuna persona e agisce sempre razionalmente
    D) Causa un danno solo a sé stessa, non influenzando altre persone
  5. Nel contesto di “Allegro ma non troppo”, come influisce l’irrazionalità della stupidità sull’interazione con persone stupide?
    A) Rende la previsione e la difesa dai loro attacchi un compito facile
    B) Crea sorpresa e difficoltà nel formare una difesa razionale poiché le loro azioni sono sprovviste di struttura razionale
    C) Non influisce sulla previsione e la difesa poiché la stupidità è prevedibile
    D) Aumenta la capacità di previsione poiché le azioni stupide seguono un modello razionale
  6. Secondo “Allegro ma non troppo”, cosa rende particolarmente pericolosa una persona stupida?
    A) La sua consapevolezza della propria stupidità
    B) Il fatto che non sia consapevole della propria stupidità, aumentando l’efficacia della sua azione devastatrice
    C) La sua capacità di agire in modo razionale e prevedibile
    D) Il fatto che sia consapevole della propria intelligenza
  7. Secondo l’opera di Carlo M. Cipolla, come si differenzia una persona stupida da un bandito?
    A) Un bandito agisce razionalmente per ottenere un vantaggio personale, mentre una persona stupida causa danno senza alcun vantaggio personale
    B) Una persona stupida è sempre consapevole delle proprie azioni, mentre un bandito agisce in maniera inconsapevole
    C) Non esiste alcuna differenza tra un bandito e una persona stupida
    D) Un bandito causa danno senza alcun vantaggio personale, mentre una persona stupida agisce razionalmente per ottenere un vantaggio personale
  8. In base a quanto esposto in “Allegro ma non troppo”, che effetto ha l’inconsapevolezza della propria stupidità sul comportamento di una persona stupida?
    A) La rende più prudente nelle sue azioni
    B) Diminuisce la sua capacità di causare danni
    C) Aumenta la forza, l’incidenza e l’efficacia della sua azione devastatrice
    D) La rende più empatica nei confronti degli altri

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